Oltre ad essere un musicista, sono un insegnante e lavoro con molti ragazzi giovani di 14 e 15 anni che hanno (o hanno avuto) insieme a me il loro primo approccio allo strumento.
Una delle prime cose che cerco di trasmettere loro (magari non nei primi 2 mesi…), oltre ovviamente al rispetto e all’importanza della musica, è la necessità di dover fare della ricerca su se stessi.
Cerco di spiegargli quanto sia importante e fondamentale tirar fuori qualcosa di loro stessi attraverso la musica.
Ovvio…all’inizio mancano i mezzi, gli strumenti espressivi e le capacità, che si faranno propri col tempo ma alla fine dei conti dovrebbe essere l’obiettivo di ogni musicista donare qualcosa di proprio al mondo tramite la musica. Provare a lasciare qualcosa di proprio agli altri, lasciare un segno tangibile della propria presenza attraverso la musica.
Questo bisognerebbe farlo attraverso la composizione ma spesso scrivere non è per tutti.
Se non si riesce a farlo con la composizione però bisogna provare a farlo da musicisti che lavorano sul proprio linguaggio, sul proprio approccio, sul proprio stile, sulla propria comunicazione attraverso l’esecuzione. Magari non si scriveranno dei brani interi ma delle piccole frasi o arrangiamenti, si avrà una particolare energia, si avrà un modo tutto personale di interpretare il tempo e il groove… insomma si contribuirà attivamente alla musica dando una parte di sé.
Ma è proprio sull’espressione di quest’ultima che da musicisti siam chiamati a lavorare…deve essere un obbligo nei confronti della musica e di noi stessi. Per esprimerla però serve ricerca, lavoro e studio intenso…dedicare tanto tempo nel capire come essere “autentici” in quello che facciamo musicalmente.
Quello che vedo nel panorama musicale….sono miriadi di musicisti eccelsi nell’eseguire ma senza una propria voce, un proprio modo di comunicare, senza che ci sia nulla di veramente proprio e personale…o comunque troppo poco. A mio avviso c’è troppo poca ricerca nella musica e nei musicisti di oggi.
Non per questo dobbiamo cercare forzatamente di essere “diversi”, “alternativi” e “unici” globalmente ma dobbiamo lavorare per tirar fuori qualcosa che è, almeno in piccola parte, solo nostro, che fa parte del nostro essere.
Ci provo anch’io in continuazione e non ci riesco spesso a dire la verità…
E’ difficile, complesso…ma per rispetto nei confronti della musica e di noi stessi, ci dobbiamo provare!
COMMENTATE e fatemi sapere che ne pensate voi, IN FONDO ALLA PAGINA!
Mauro
Ecco un esempio di un musicista eccezionale… che c’è riuscito in pieno invece!
non aggiungo altro…meraviglioso:-)
non aggiungo altro…meraviglioso:-)
Grazie Nicola! Davvero!
Bellissima presentazione, come l’ottica che hai della musica! Condivido!
Grazie mille Marco! 😉 Col tempo se seguirai il sito, ci sarà un bel po’ di materiale anche per gli amici chitarristi!
mi e’ piaciuto molto …e mi ha donato benessere e rilassatezza.!!!
Concordo a pieno, bisogna sempre attingere da se, dalla propria vita…questo vale anche per me nel teatro 😉
Concordo a pieno, bisogna sempre attingere da se, dalla propria vita…questo vale anche per me nel teatro 😉
Grazie Eros! Sicuramente!…penso che quello di cui parlo possa essere esteso a qualsiasi campo espressivo e comunicativo, c’è sempre bisogno di lavorare molto per trovare un modo di esprimere noi stessi